venerdì 29 febbraio 2008

Ricordiamo Ciccio e Tore, i due fratellini di Gravina


Francesco e Salvatore Pappalardi, i fratellini di 13 e 11 anni meglio conosciuti come Ciccio e Tore, adesso riposano in pace ed è giusto ricordarli come due anime pure, come due bambini vivaci e gioiosi che si divertono per le strade di Gravina con i loro amichetti.
Dopo il disagio della separazione dei loro genitori intenzionati solo a dichiararsi guerra in Tribunale senza pensare all’infelicità di questi due ragazzini che non possono avere una famiglia normale obbligati a vivere con la loro matrigna che non potrà riservare loro lo stesso trattamento destinato ai propri tre figli (per ovvi motivi), il 5 Giugno 2006, si trovano protagonisti di una tragedia italiana che verrà ricordata nel tempo proprio per la sua drammaticità, morti di fame e di freddo senza che nessuno potesse accorrere in loro soccorso, senza che nessuno potesse ascoltare le loro grida di aiuto, finiti in quel pozzo profondo venti metri dove fa tanto freddo ed è tutto buio, si accingono a vivere insieme l’orribile viaggio che li porterà alla morte. Non si è ancora capito chi è deceduto per primo, si suppone il fratello maggiore perché ha riportato ferite alla gamba in seguito alla caduta, ma non è su questo che voglio attirare la vostra attenzione, ma sul fatto che chi dei due fratellini ha resistito di più, ha dovuto vivere pure l’angoscia, la paura e la rabbia di essere rimasto solo e di non aver potuto fare nulla per salvare se stesso e il proprio fratellino.
Dopo il loro ritrovamento dei due corpicini senza vita di Ciccio e Tore, ci si è subito chiesti perché non si è cercato in quelle cisterne da subito considerato che erano posizionate in una zona centrale di Gravina dove i bambini spesso si recavano per giocare, ed è stato proprio a causa di una caduta accidentale di un bambino all’interno di questo pozzo a far scattare i soccorsi e a portare alla luce i due corpicini che giacevano in quel maledetto pozzo dal 5 giugno del 2006. Mille piste sono state seguite,le più svariate, la pista rumena, quella degli zingari, quella dei pedofili, quella del rapimento che ha portato all’arresto del papà attualmente ancora in carcere, tutte piste che hanno sviato le indagini e ostacolato le ricerche, perché era lì che bisogna cercare, dentro Gravina, in quei posti dove i bambini erano soliti giocare. Il destino a portato i due fratellini a questa orribile morte e il destino ce li ha riportati alla luce in un modo altrettanto accidentale anche se ormai senza vita. Queste tragedie sconvolgono tutta la nazione e scaturiscono in noi mille domande, mille perché, ci si chiede se sarebbe stato possibile evitare tutto ciò, ognuno di noi si sente un po’ responsabile, c’è chi accusa la famiglia in generale, sempre poco attenta alle esigenze e ai problemi dei bambini, chi accusa le istituzioni che hanno avviato le ricerche non seguendo un giusto criterio, chi pone la questione della non curanza di questi posti così pericolosi lasciati incustoditi che si trasformano tragicamente in vere e proprie tombe. Io ritengo che in questo momento bisogna solo rivolgere il nostro pensiero a questi due fratellini così sfortunati che non hanno potuto godere della vita terrena e sperare che nostro Signore gli riservi una vita migliore ripagandogli di tutte le sofferenze patite fin qui.
Con affetto Giuseppe

1 commento:

Unknown ha detto...

Ciao Giuseppe.
Vorrei unirmi a te nel ricordare e salutare i fratellini Ciccio e Tore.
Una vicenda terribile che mi ha toccato profondamente.
Inoltre,il mio pensiero non può fare a meno di correre verso tutti quei bambini che sembrano essere stati inghiottiti dal nulla e non sono mai più tornati a casa dalle loro famiglie.